I valori di fosfato variano durante l'età evolutiva e sono più elevati nei primi anni di vita rispetto alle altre fasce di età e rispetto a quelli dell'adulto. Dopo la pubertà i valori di fosfato sono simili a quelli del soggetto adulto.1,2 Pertanto, è importante comparare i valori ottenuti nel soggetto da esaminare con adeguati valori di riferimento per l'età. Per quanto riguarda il sesso i valori di fosfato possono variare in base all'epoca dello sviluppo puberale.
Nell'interpretazione del dato biochimico è importante il confronto con dati di riferimento adeguati all'età del soggetto. Un errore comune è rappresentato dal confronto con i valori normali per soggetti adulti, per cui una concentrazione bassa per un bambino può risultare erroneamente normale. I valori dell'adulto sono infatti più bassi di circa la metà rispetto a quelli del bambino.
Un altro parametro che potrebbe interferire con la corretta interpretazione dei valori di fosfato è rappresentato dalla metodica di dosaggio che è stata utilizzata. Infatti, anche se minime, possono essere presenti alcune differenze nei valori di riferimento di fosfato nelle varie età della vita in relazione al metodo di dosaggio (vedi Sezione esami biochimici).
I valori di riferimento per il fosfato possono essere espressi sostanzialmente in due modi e cioè suddivisi per gruppi di età (esprimendo i valori come media ± DS e/o range), con una selezione delle fasce di età variabile secondo gli studi,1-6 oppure in continuo utilizzando la metodica LMS (esprimendo i valori in percentili, generalmente compresi tra 2.5° e 97.5°).7 Il primo metodo può rilevare maggiormente le differenze tra i gruppi mentre il secondo può fornire dati più fisiologici in quanto le variazioni del parametro considerato sono riportate in continuo e smussate. Comunque, in studi effettuati su grandi numeri, i valori di riferimento sono molto simili con piccole differenze legate alla metodica di calcolo.3-5,7
Con entrambe le metodiche è possibile esprimere i valori di fosfato in Z‑score. Questo parametro è molto utile per identificare la posizione precisa del valore misurato nel soggetto in esame all'interno di una distribuzione normale.
Lo Z‑score è un parametro statistico che viene calcolato con la formula:
dove x è il valore di riferimento per l'età ed il sesso e DS rappresenta la deviazione standard.
Lo Z‑score indica lo scarto relativo tra il valore di riferimento ed il valore misurato nel soggetto in esame. Lo Z‑score è una grandezza senza unità di misura. Un segno negativo (-) indica che il valore misurato nel soggetto è inferiore al valore di riferimento mentre un segno positivo (+) indica che il valore misurato nel soggetto è superiore al valore di riferimento per quel determinato parametro.
Alcuni analiti sono espressione del grado di metabolismo dell’organismo. La loro concentrazione varia a seconda dell’età e del sesso. Di fondamentale importanza è quindi avere dei valori di riferimento adeguati e rispondenti alle variazioni fisiologiche. Spesso, le concentrazioni sono maggiori in periodi di intensa crescita (periodo neonatale, pubertà). Talvolta, cambiano nei primi giorni di vita in modo importante.
Lo Z‑score è patologico quando il valore nel soggetto esaminato è superiore o inferiore a 2 che corrispondono, rispettivamente, approssimativamente al 98° ed al 2° percentile della distribuzione normale.
Lo Z‑score consente di fornire una scala uniforme per esprimere quanto un dato sia estremo rispetto alla media e quindi risulta utile per identificare i valori anomali e per confrontare i dati da diverse distribuzioni. Inoltre, in quanto quantità standardizzate, gli Z‑score sono confrontabili tra età e sesso.
Inserisci il valore del paziente
mg/dl
Valore del Fosfato in Z‑score